ApprofondimentiPignoramento Conto Corrente Aziendale

Pignoramento Conto Corrente Aziendale

Francesco Emanuele
Francesco Emanuelehttps://www.francescoemanuele.it/
Copywriter esperto di finanza personale

Nell’esercizio della propria attività imprenditoriale può capitare a chiunque di attraversare un momento economicamente difficile e trovarsi, pertanto, nella impossibilità di far fronte a debiti pregressi, anche di natura fiscale.

In questi casi, in soccorso del creditore, interviene il nostro ordinamento giuridico con la previsione delle cosiddette procedure esecutive.

Tra queste c’è pignoramento del conto corrente aziendale. Con questa procedura  il debitore agisce al fine di recuperare un credito vantato nei confronti del titolare dell’azienda e del conto corrente aziendale che non ha beni immobili o mobili da mettere a garanzia del credito.

In questo caso, infatti, si parla di pignoramento presso terzi, in cui rientrano anche quelli rivolti alla pensione, allo stipendio e al TFR. Per “terzi” quindi si intendono banche, società finanziarie e datori di lavoro.

Cerchi il conto aziendale N°1? Prova FINOM!

Conto corrente Finom
Apri conto Finom »

Come funziona la procedura di pignoramento del conto corrente

Procedura di pignoramento per debiti tra privati

Ma come avviene tecnicamente il blocco del conto corrente?

La procedura di esecuzione forzata ha inizio con un’intimazione notificata alla banca o alle poste del debitore. In questo modo l’istituto impedisce il prelievo al debitore.

Entrando nel dettaglio, il creditore deve notificare al debitore:

  • il titolo esecutivo (una sentenza del giudice, un avviso di accertamento immediatamente esecutivo, un decreto ingiuntivo o una cartella dell’agente della riscossione);
  • l’atto di precetto (una cambiale, un assegno o un atto pubblico del notaio), al debitore si dà un termine di 10 giorni per pagare;
  • l’atto di pignoramento vero e proprio, che viene appunto inviato anche alla banca o alla posta, ingiungendo all’istituto in questione di non pagare al correntista le somme pignorate.

L’istituto bancario o postale successivamente dispone e attua il divieto di prelievo al debitore, il quale sarà citato in udienza.

L’immediata conseguenza del pignoramento del conto corrente aziendale è quindi una sorta di “congelamento” dei fondi presenti sul conto, in attesa che il giudice accolga la domanda del creditore e disponga le modalità e le tempistiche entro le quali si dovrà procedere alla esecuzione coattiva vera e propria, ossia al pagamento del debitore.

Le situazioni che possono verificarsi a questo punto, sono diverse:

  • Conto corrente vuoto o con saldo negativo. I soldi quindi non vengono bloccati ma qualora si dovessero ricevere bonifici, le somme accreditate, sarebbero pignorate.
  • Saldo uguale o inferiore alla somma intimata. Il conto viene bloccato, rimane la possibilità di ricevere eventuali bonifici ma sono soldi bloccati anche quelli, fino all’udienza di assegnazione.
  • Conto corrente con saldo superiore alla somma intimata. Il debitore può prelevare le somme in eccesso, quindi quelle non pignorate e può, anche in questo caso, ricevere bonifici.

Questa è la procedura esecutiva prevista dal nostro ordinamento nei confronti di debiti tra privati.

Procedura di pignoramento per debiti fiscali

La procedura di pignoramento per i debiti fiscali, invece, è molto più veloce in quanto la cartella esattoriale dell’ex Equitalia (oggi dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione) rappresenta titolo esecutivo, per cui la procedura di pignoramento presso terzi può essere iniziata immediatamente se nel termine indicato di 60 giorni l’azienda debitrice non provvede al pagamento di quanto richiesto.

In questo caso, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione invia la notifica alla banca o alla posta, e se entro ulteriori 60 giorni, non si procede al saldo del debito, si preleva direttamente l’importo dal conto. È fatta salva, tuttavia, la possibilità di opporsi al pignoramento.

Opposizione al pignoramento presso terzi: come muoversi

Come già accennato, i creditori “privati” non possono procedere direttamente al pignoramento ma devono notificare l’atto sia al debitore che alla banca e, successivamente, presentare la domanda al giudice.

A questo punto, inizia il processo di esecuzione, durante il quale il debitore potrà difendere la propria posizione – in caso di non riconoscimento del debito oppure se questo è già saldato – attraverso la cosiddetta “opposizione agli atti esecutivi”.

Nel caso, invece, di debiti con l’Erario, nel momento in cui all’azienda viene notificato un pignoramento del conto corrente aziendale e questo appare fondato su un debito esattamente individuato nella sua fondatezza e calcolato quantificandolo con esattezza, al debitore non resta altro da fare che cercare di limitare il danno subìto.

Di conseguenza, l’unica cosa da fare è procedere al pagamento il prima possibile, eventualmente anche accedendo – entro 60 giorni – alla possibilità di rateizzazione del debito.

Quando si ritiene che la somma richiesta non sia dovuta o sia erroneamente quantificata, l’amministratore dell’azienda, in quanto legale rappresentante della stessa, può fare ricorso al giudice tributario per contestare la procedura.

Cerchi il conto aziendale N°1? Prova FINOM!

Conto corrente Finom
Apri conto Finom »

Conto corrente aziendale pignorabile: ultime considerazioni

Le società di capitali hanno una “autonomia patrimoniale perfetta” . Questo vuol dire che il patrimonio personale dei soci resta protetto dai debiti che nascono all’interno dell’azienda.

Se l’azienda ha un problema, infatti, il socio risponde solamente con la quota di capitale che ha deciso di investire. Invece, il suo patrimonio personale è completamente al riparo.

Tuttavia, se un socio di una SRL contrae debiti personali, il tribunale può decidere di pignorare ed espropriare le sue quote di partecipazione nella società. Lo stesso vale per la SRL unipersonale.

Nelle società di persone, invece, come la SAS (società in accomandita semplice) o la SNC (società in nome collettivo), i soci rispondono illimitatamente con il patrimonio personale, e ciò in quanto in una società di persone le quote di partecipazione non sono, generalmente, soggette a pignoramento.

Possiamo, quindi, concludere affermando che non esistono conti correnti aziendali non pignorabili. Lo sono, infatti, anche i conti PayPal così come i conti esteri. Lo stesso vale per le carte di credito e le prepagate.

Ti potrebbe interessare anche
Conto più richiesto
Conto corrente Finom
Apri conto Finom »